Oggi, 17 luglio, si celebra la “Giornata della Giustizia Penale Internazionale”, a ricordo di un momento fondamentale per la tutela dei diritti umani e per la punizione di crimini, che offendono la coscienza del genere umano. Il
Somalia, Ruanda, Bosnia, e oggi anche Siria: la ruota dell’intolleranza e della violenza gira instancabilmente. Nessun Paese può dirsene immune. Con l’istituzione della Corte, la comunità internazionale ha però voluto rifiutare ogni forma di indifferenza nei confronti di atrocità come il genocidio, i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità e ogni forma di impunità dei loro responsabili.
Non ci può essere pace senza riconoscimento delle gravi colpe e condanna dei criminali. Se non si vuole che causino infezioni destabilizzanti, le ferite del passato devono essere curate. La consapevolezza delle atrocità commesse è il presupposto per il loro definitivo superamento, antidoto della coscienza perché non accadano mai più. Per questo,
L’Italia ha promosso l’istituzione della Corte, ha immediatamente adottato la legge di ratifica dello Statuto di Roma, ma ha impiegato un decennio prima di adeguare l’ordinamento interno allo Statuto e mettersi in condizione di cooperare pienamente con
Con questo spirito, ho dato disposizioni perché la bandiera della Corte Penale Internazionale sia esposta oggi alla Farnesina, accanto a quelle dell’Italia e dell’Unione Europea.
Per maggiori informazioni, visitare il sito della Corte Penale Internazionale: www.icc-cpi.int